Storia e Tradizioni
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Ciò che si sa sulle origini della lavanda è piuttosto frammentario e disomogeneo. Si sa certamente che è un arbusto proveniente dall’Oriente, fin dal 4000 a. C. sembra venisse usato presso popolazioni che già avevano messo a punto metodi per spremere, macerare, bollire la parte vegetale di questo arbusto per ottenerne l’essenza che, appunto per via dell’esigua quantità che si riusciva ad ottenere, veniva impiegato da persone molto potenti.
Gli antichi egizi erano molto amanti dei profumi e della pratica del massaggio con oli essenziali e furono i primi ad iniziare il commercio di questo genere di prodotti con altre civiltà. Ritrovamenti archeologici hanno dimostrato che presso la tomba del faraone Tutankhamon venne collocato un vaso contenente profumo alla lavanda.I greci tenevano molto in considerazione questa pianta tanto che le sue proprietà mediche già vennero annotate da Pedanius Dioscoride, medico, botanico e farmacista greco, nel primo secolo d.C. Pedanius fece anche delle ricerche sulla distillazione e produsse in cinque volumi un erbario che ebbe grande influenza nella medicina e che venne utilizzato almeno fino al 1.600.
I romani apprezzavano ancora più dei greci la lavanda tanto che Virgilio stesso, nelle Egloghe e nelle Georgiche, dipingeva i contadini dell’epoca come pionieri della produzione di olii e profumi. I romani utilizzavano la lavanda per profumare i bagni pubblici e quelli privati di facoltosi e importanti signori, utilizzavano l’olio estratto dalla pianta per massaggiare e guarire la pelle oltreché impiegarlo per tenere lontani gli insetti più diversi (dai pidocchi alle pulci alle zanzare). Talvolta, mazzi essiccati di lavanda, venivano posti sotto il letto per evitare che le cimici si avvicinassero. La lavanda era tenuta in grande considerazione tanto che veniva bruciata in cerimonie dedicate agli dei.
Sembra che la lavanda, a livello colturale, sia stata diffusa dai romani che durante le loro battaglie ne portavano sempre con sé da usare in caso di ferite o malattie anche se non è da escludere che, grazie alla sua grande rusticità e resistenza ai terreni sassosi, già potesse esistere in qualche sperduto angolo d’Europa. Restano i romani, comunque, i primi a coltivare in modo sistematico la lavanda per lavorazioni ed utilizzi successivi.
Nel Medio Evo la lavanda ha uno sviluppo notevole specie grazie agli ordini religiosi di tutta Europa che ne esaltarono il valore e l’impiego per gli usi più diversi come per esempio davanti alle porte di casa, in particolare le case che davano su strade sporchissime e maleodoranti. Inoltre le veniva riconosciuto un potere disinfettante e con essa si effettuavano impiastri e fumigazioni per combattere la peste.
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Nell’uso più quotidiano la lavanda si utilizzava contro le tarme, profumando la biancheria, il suo olio veniva mescolato a c’era d’api per lucidare i mobili e contrastare gli attacchi dei tarli. I contadini ritenevano fosse utile contro il raffreddore. In alcune zone veniva impiegata contro gli svenimenti, la depressione, l’epilessia. Nelle credenze popolari si pensava che una croce composta di rametti di lavanda appesa alla porta, proteggesse dalle sventure e dal diavolo.
Uno sviluppo piuttosto interessante della lavanda, si conobbe dal 1826 in Francia. Qui, distillatori itineranti, viaggiavano in cerca di zone nelle quali si coltivasse lavanda e questa pratica durò anni.
Uno degli usi più seri a cui la lavanda venne sottoposta fu durante la Prima Guerra Mondiale. Il suo impiego, sotto forma di olio essenziale, fu determinante in un periodo di grande scarsità di medicinali. Grazie alle sue proprietà cicatrizzanti e blandamente antisettiche, l’olio essenziale di lavanda venne utilizzato in tamponi sulle ferite di guerra, sulla scia dei primi lavori sperimentali di René-Maurice Gattefossé, chimico francese padre dell’aromaterapia.Questi, durante un esperimento in laboratorio, subì una scottatura derivante dalle scoppio accidentale di una provetta. Dopo aver curato la scottatura con farmaci convenzionali senza troppo successo, provò ad utilizzare dell’olio essenziale di lavanda direttamente sulla ferita. Gattefossè riscontrò che, nel giro di qualche giorno, la stessa era di molto migliorata.
Gattefossé fu un uomo determinante anche nella produzione della lavanda in Francia. Con la sua esperienza di laboratorio circa le proprietà concrete dell’olio essenziale di lavanda, spronò gli agricoltori francesi dell’alta Provenza a coltivarla cercando sistemi per migliorare la coltivazione, per ottenere una razionalizzazione di tale produzione e incentivare la creazione di distillerie in loco. Tutto ciò portò, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, ad un aumento di produzione e prezzi.
Nella seconda metà del secolo scorso l’uso dell’olio essenziale di lavanda, con l’avvento della chimica e la conseguente creazione di prodotti detergenti domestici oltreché prodotti farmaceutici di sentesi, ha subìto una battuta di arresto. Nonostante questo, negli ultimi anni, grazie alla medicina alternativa e all’aromaterapia, verso la lavanda si comincia a manifestare un rinnovato interesse.